I ricercatori sviluppano una nuova fonte di luce quantistica.

Researchers develop new source of quantum light.

Utilizzando la luce invece di oggetti fisici come unità di base qubit si eliminerebbe la necessità di attrezzature complesse ed costose per controllare i qubit e inserire ed estrarre dati da essi. ¶ Credit: Alexander Kaplan et al

Utilizzando nuovi materiali che sono stati ampiamente studiati come potenziali nuovi fotovoltaici solari, i ricercatori del MIT hanno dimostrato che le nanoparticelle di questi materiali possono emettere un flusso di fotoni singoli e identici.

Sebbene il lavoro sia attualmente una scoperta fondamentale delle capacità di questi materiali, potrebbe alla fine aprire la strada a nuovi computer quantistici ottici, così come a possibili dispositivi di teletrasporto quantistico per la comunicazione, dicono i ricercatori. I risultati appaiono oggi sulla rivista Nature Photonics, in un articolo dello studente di dottorato Alexander Kaplan, del professor Moungi Bawendi di chimica e altri sei del MIT.

La maggior parte dei concetti per il calcolo quantistico utilizza atomi ultracold o gli spin di singoli elettroni come qubit che costituiscono la base di tali dispositivi. Ma circa due decenni fa alcuni ricercatori proposero l’idea di utilizzare la luce invece di oggetti fisici come unità di base qubit. Tra gli altri vantaggi, questo eliminerebbe la necessità di attrezzature complesse ed costose per controllare i qubit e inserire ed estrarre dati da essi. Invece, sarebbero sufficienti normali specchi e rivelatori ottici.

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