Gli informatici dell’UC San Diego affrontano il problema annuale di 1,5 miliardi di smartphone dismessi.

Informatici UCSD affrontano il problema di 1,5 miliardi di smartphone dismessi.

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I ricercatori dell'Università della California San Diego propongono di trovare una nuova vita per dispositivi di consumo relativamente nuovi, riportando in vita miliardi di dispositivi scartati e riassegnandoli come processori funzionanti. ¶ Credito: UC San Diego Today

Gli scienziati informatici dell’Università della California San Diego hanno proposto un metodo per riutilizzare smartphone disattivati.

Hanno sviluppato la metrica Computational Carbon Intensity per quantificare l’impatto sulla durata di vita del calcolo e l’hanno applicata a vecchi server, laptop e smartphone.

I ricercatori hanno determinato che gli smartphone hanno il maggior potenziale impatto sul carbonio, a causa della loro vasta quantità e dei componenti di valore, tra cui potenti processori.

Hanno scoperto che la maggior parte degli smartphone viene utilizzata solo per 2,5 anni, nonostante i loro processori potrebbero durare oltre un decennio.

Sebbene ai consumatori venga consigliato di riciclare gli smartphone disattivati, i ricercatori sostengono che il riciclaggio, come la produzione, lascia un’impronta di carbonio.

Hanno affermato che gli smartphone disattivati potrebbero essere impiegati come processori funzionanti, sfruttando il 75% inutilizzato della durata dei processori senza intraprendere un processo di produzione ad alta intensità di carbonio.

Questi processori usati potrebbero trovare una seconda vita come cloudlet per microservizi per siti di social media o come sensori di monitoraggio della fauna selvatica, ad esempio. Dall’Università della California, San Diego Visualizza l’articolo completo

Abstracts Copyright © 2023 SmithBucklin, Washington, D.C., USA