Il futuro della guerra, totalmente autonomo e alimentato dall’IA, è qui

Il futuro della guerra autonomo e alimentato dall'IA è qui

I sistemi autonomi in fase di test sono solo per il rilevamento e la rilevazione, non per l'intervento armato. ¶ Credito: Julien Gobled; Getty Images

Una flotta di navi robot si muove dolcemente nelle calde acque del Golfo Persico, da qualche parte tra Bahrain e Qatar, forse a 100 miglia al largo della costa dell’Iran. Sono sul ponte vicino di una motovedetta della Guardia Costiera degli Stati Uniti, cercando di vedere dalla parte di sinistra. In questa mattina di inizio dicembre 2022, l’orizzonte è punteggiato da petroliere, navi cargo e piccole barche da pesca, tutte sfavillanti nel calore. Mentre la motovedetta zigzaga attorno alla flotta di robot, desidero un ombrellino, o anche solo una nuvola.

I robot non condividono il mio patetico bisogno umano di ombra, né richiedono altri comfort biologici. Questo è evidente nel loro design. Alcuni assomigliano a tipiche barche di pattuglia come quella su cui mi trovo, ma la maggior parte è più piccola, più snella, più bassa sull’acqua. Uno sembra un kayak alimentato a energia solare. Un altro sembra una tavola da surf con una vela di metallo. Un altro ancora mi ricorda una macchina Google Street View su pontoni.

Queste macchine si sono radunate qui per un’esercitazione condotta dal Task Force 59, un gruppo all’interno della Quinta Flotta della Marina degli Stati Uniti. Il suo focus è la robotica e l’intelligenza artificiale, due tecnologie in rapida evoluzione che stanno plasmando il futuro della guerra. La missione del Task Force 59 è integrarle rapidamente nelle operazioni navali, cosa che fa acquisendo le ultime tecnologie disponibili dai fornitori privati e mettendo insieme i pezzi in un insieme coerente. L’esercitazione nel Golfo ha riunito più di una dozzina di piattaforme senza equipaggio – navi di superficie, sommergibili, droni aerei. Saranno gli occhi e le orecchie distribuiti del Task Force 59: osserveranno la superficie dell’oceano con telecamere e radar, ascolteranno sotto l’acqua con idrofoni e faranno scorrere i dati che raccolgono attraverso algoritmi di associazione di modelli che distinguono le petroliere dai contrabbandieri.

Da Wired Visualizza l’articolo completo