Barry Diller Vs. Generative AI Battaglia legale sul copyright

Barry Diller Vs. Generative AI Battaglia legale sul copyright

I magnati dei media Barry Diller e un gruppo di noti editori si stanno preparando per una battaglia legale contro l’utilizzo di opere pubblicate nell’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale (AI). La diffusione dell’AI generativa ha sollevato preoccupazioni sull’uso equo dei contenuti protetti da copyright e Diller è determinato a proteggere i diritti degli editori. In questo articolo, esploreremo le ragioni alla base della posizione di Diller e l’impatto potenziale dell’AI generativa sulla creazione di contenuti.

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Il mondo esagerato dell’IA generativa

Barry Diller, il presidente di IAC, crede che l’IA generativa sia sopravvalutata e ancora nelle sue prime fasi. I sistemi di intelligenza artificiale si basano su grandi modelli linguistici che assorbono grandi quantità di opere scritte provenienti da varie fonti, tra cui libri, notizie e post sui social media. Tuttavia, Diller sostiene che il modo in cui i sistemi di intelligenza artificiale consumano i contenuti degli editori sia problematico e richieda attenzione.

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Creatori di contenuti vs. sistemi AI

Il cuore della questione risiede nel modo in cui i sistemi AI utilizzano contenuti protetti da copyright senza autorizzazione adeguata. Diller critica le grandi aziende tecnologiche come Google e Microsoft per aver sostenuto che la dottrina dell’uso equo del diritto d’autore giustifichi il loro utilizzo delle opere pubblicate. Egli sostiene che questa pratica potrebbe essere catastrofica per i creatori di contenuti, poiché mina il modello di business che sostiene la produzione professionale di contenuti.

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Per salvaguardare il copyright degli editori, Barry Diller sostiene l’adozione di leggi o azioni legali. Sottolinea la necessità di proteggere l’uso equo e far rispettare le leggi sul copyright. Mentre alcune aziende tecnologiche offrono accordi di condivisione dei ricavi agli editori, Diller sostiene che la quota attuale dei ricavi è zero, il che fa poco per sostenere i creatori di contenuti. Per proteggere veramente i propri diritti, gli editori devono combattere per ottenere la loro giusta quota.

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Alleati misteriosi: “Editori leader” si uniscono alla lotta

Mentre Diller è determinato a proteggere i diritti degli editori, rimane taciturno riguardo alle identità dei suoi alleati nell’imminente azione legale. Si riferisce a loro semplicemente come “editori leader”. Questo segreto sottolinea la serietà della situazione e l’impatto potenziale della sfida legale sull’industria dell’IA.

Il futuro dei lavori negli studi di Hollywood

Oltre alle preoccupazioni sul copyright, l’IA generativa ha sollevato interrogativi sul suo impatto sui lavori degli studios di Hollywood. Diller ritiene che nel breve termine potrebbero non esserci interruzioni significative. Tuttavia, ammette che il potenziale dell’IA nel creare contenuti, a lungo termine, potrebbe sollevare questioni importanti per l’industria dell’intrattenimento.

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Barry Diller non è solo nella sua lotta contro le pratiche di pubblicazione dell’IA. La comica Sarah Silverman e altri due autori hanno già intrapreso azioni legali contro Meta e OpenAI, accusandoli di violazione del copyright. La loro causa sostiene che i sistemi di intelligenza artificiale sono stati “addestrati con copie non autorizzate” dei loro libri. Queste battaglie legali segnalano una crescente preoccupazione tra i creatori di contenuti.

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Collaborare con cautela: The Associated Press e OpenAI

Mentre alcuni editori scelgono azioni legali, altri optano per sforzi collaborativi. The Associated Press ha recentemente annunciato la decisione di concedere in licenza il suo archivio di notizie a OpenAI, produttore di ChatGPT, per l’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale. Questo approccio mette in evidenza le complessità nel affrontare le questioni di copyright pur facendo progredire la tecnologia dell’IA.

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La nostra opinione

Il piano di Barry Diller di intraprendere azioni legali sulla pubblicazione dell’IA sottolinea l’importanza di proteggere il copyright nell’era dell’IA generativa. Mentre il dibattito continua, è evidente che i creatori di contenuti e le aziende tecnologiche devono trovare un equilibrio che rispetti i diritti di proprietà intellettuale pur abbracciando il potenziale dell’innovazione dell’IA. L’esito di queste battaglie legali plasmerà il futuro della creazione di contenuti e dell’industria dell’IA nel suo complesso.