Il dibattito sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale sta lacerando Silicon Valley

La polemica sulla sicurezza dell'intelligenza artificiale sta scuotendo Silicon Valley

Su Twitter, ci sono i tecnocrati che mettono la sicurezza al primo posto, guidati dalle società di venture capital come General Catalyst in partnership con la Casa Bianca, e i cosiddetti 'tecnottimisti', guidati dalle società orientate al libertarismo come Andreessen Horowitz. ¶ Credito immagine: jgroup/iStock/Getty Images, HI! ESTUDIO/Unsplash

Non riguarda solo OpenAI.

Le tensioni a lungo latenti all’interno di OpenAI in merito alle questioni di sicurezza legate all’utilizzo di modelli linguistici di grande portata come GPT, il motore tecnologico dietro i servizi di ChatGPT e DALL-E di OpenAI, sono esplose venerdì quando il consiglio di amministrazione no profit dell’organizzazione ha votato per licenziare l’allora CEO Sam Altman. In un breve post sul blog, il consiglio ha dichiarato che Altman non è stato “costantemente sincero nelle sue comunicazioni.” Ora circolano voci sul prossimo passo di Altman e sul possibile suo ritorno.

Ma OpenAI non è l’unico luogo della Silicon Valley in cui le battaglie sulla sicurezza dell’AI sono diventate una vera e propria guerra totale. Su Twitter, ci sono due fazioni: i tecnocrati che mettono la sicurezza al primo posto, guidati dalle società di venture capital come General Catalyst in partnership con la Casa Bianca; e i cosiddetti ‘tecnottimisti’, guidati dalle società orientate al libertarismo come Andreessen Horowitz.

I tecnocrati si impegnano alla sicurezza, formano comitati e fondano organizzazioni no profit. Riconoscono il potere dell’AI e credono che il modo migliore per sfruttarlo sia mediante la collaborazione interdisciplinare.

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