Arte generata da AI nega diritti d’autore da parte di un tribunale statunitense

AI-generated art denied copyright by US court

In una decisione chiave che potrebbe ridefinire il campo dell’arte e della tecnologia, un giudice federale degli Stati Uniti ha stabilito di non concedere i diritti d’autore alle opere d’arte generate dall’intelligenza artificiale (AI). Questa sentenza, che potrebbe avere implicazioni di vasta portata, potrebbe influenzare il mondo dell’arte, gli studios di Hollywood e il futuro della proprietà intellettuale creativa. La decisione deriva da una causa intentata da Stephen Thaler contro l’Ufficio del Copyright degli Stati Uniti, in cui lo scienziato informatico chiedeva il riconoscimento dei diritti d’autore per le opere d’arte create dall’AI.

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La ricerca di Stephen Thaler per il riconoscimento dei diritti d’autore per le opere d’arte generate dall’AI ha scatenato una saga legale che ha attirato l’attenzione. Il sistema di intelligenza artificiale di Thaler, responsabile della creazione di un’opera d’arte intitolata “Un recente ingresso in Paradiso”, è stato al centro di questa controversia. Secondo The Hollywood Reporter, la causa è nata dal tentativo di Thaler di far riconoscere ufficialmente il suo sistema di AI come unico creatore dell’opera d’arte. L’Ufficio del Copyright degli Stati Uniti ha contestato questa affermazione.

Definire la creatività nell’era dell’AI

La battaglia di Thaler sulle creazioni dell’AI non si limita al campo dell’arte. In precedenza, ha intentato cause giudiziarie cercando di inserire la sua macchina di AI come inventore in una domanda di brevetto. Ciò ha aggiunto un ulteriore livello di complessità al dibattito in corso sul riconoscimento legale dell’AI e dei suoi contributi creativi.

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La sentenza emessa dalla giudice distrettuale degli Stati Uniti Beryl Howell venerdì ha confermato che solo le opere prodotte da autori umani sono idonee per i diritti d’autore. Questa decisione ha riaffermato il rifiuto dell’Ufficio del Copyright di accettare la domanda di Thaler di attribuire l’autenticità dell’opera al suo sistema di AI.

La ricerca di Thaler per rivendicare i brevetti generati dall’AI si estende oltre i confini. Sono state presentate domande simili in paesi come Regno Unito, Sudafrica, Australia e Arabia Saudita. Nonostante questi sforzi, si sono ottenuti successi limitati. Thaler e il suo avvocato, Ryan Abbott, sono fortemente in disaccordo con la sentenza e intendono presentare ricorso. Tuttavia, l’Ufficio del Copyright mantiene fiducia nella correttezza della decisione del tribunale.

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Esplorare i precedenti: il caso del “selfie della scimmia”

La sentenza del giudice si rifà al famigerato caso del “selfie della scimmia”, in cui è stata contestata la pretesa da parte di un fotografo di avere i diritti d’autore su una foto scattata da una macaca crestata con la macchina fotografica del fotografo. Il tribunale ha stabilito che entità non umane non hanno l’autorità legale per rivendicare i diritti d’autore, stabilendo un precedente per il dibattito attuale sull’arte generata dall’AI.

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La rapida crescita dell’AI generativa ha portato a nuove questioni di proprietà intellettuale. Il rifiuto dell’Ufficio del Copyright di concedere i diritti d’autore per le immagini generate dall’AI utilizzando il sistema Midjourney sottolinea la complessità nel definire l’autenticità e la creatività nell’era dell’AI. Le cause in corso che coinvolgono l’uso di opere con copyright per addestrare l’AI generativa aggiungono ulteriori complessità legali.

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Una sentenza storica che scuote il mondo dell’arte

La legge sul copyright si trova in territorio inesplorato poiché gli artisti incorporano sempre più l’AI nei loro strumenti creativi. Il caso potrebbe sembrare semplice, ma le implicazioni più ampie sono profonde. Il giudice Howell riconosce che l’integrazione dell’AI nei processi creativi solleverà “domande difficili” per la legge sul copyright, aprendo un nuovo periodo di esplorazione legale e artistica.

La nostra opinione

La sentenza che nega i diritti d’autore all’arte generata dall’AI segna un cambiamento di paradigma nella relazione tra tecnologia e creatività. Con la persistente ricerca di Stephen Thaler del riconoscimento dell’AI come inventore e creatore, il dibattito sulla definizione di autenticità e originalità è destinato ad intensificarsi. Con l’avanzare dell’AI e la ridefinizione dei confini creativi, l’intersezione tra la legge sul copyright e l’innovazione tecnologica plasmerà profondamente e inaspettatamente il futuro dell’espressione artistica e della proprietà intellettuale.